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Un giovane si lascia alle spalle la Città e trova rifugio in una stanza di un paesino, Zapotal, dimenticato da Dio, ai confini con la giungla. Passate in rivista le riserve, copiose, di oppio ed eroina, accarezzato il quaderno in cui si è deciso di appuntare gli ultimi istanti della propria esistenza, con una prima generosa fumata di oppio il ragazzo entra nel mondo dei sogni, in quella dimensione magica dove non si fa più parte del mondo dei vivi. Fluttua tra il sonno e la veglia, tra la vita e la morte, nella sua stanzetta e in giro per il paese, ossessionato da visioni e ricordi, fra cui quello di Valerie, l'unico amore della sua vita. Al Rincón de Juan, infima taverna con fama di ricovero del maligno dove come falene convergono ubriaconi, attaccabrighe e prostitute, in un luogo che sembra abitato solo da anime perse, gli insegnano a fumare gli scorpioni e a calmare così per un poco la sua scimmia. Ma i vuoti di memoria si moltiplicano, le riserve di droga scemano, gli scorpioni non bastano e la morte tarda a presentarsi all'appuntamento. O è già arrivata e non era come lui la immaginava?